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    Il loro "amore" secondo me è stato il più bello in tutta la saga di Harry.
    La storia non si dividerà in capitoli, perchè un amore non è diviso in capitoli, il loro amore impossibile è diviso tra Bene e Male.
    Amo Sev.

    Silenzio. Risate. Ancora silenzio.
    Quella voce angelica ancora ossessiona i miei giorni, i miei sogni, i miei sonni.
    Vedo dappertutto i tuoi occhi verde chiaro, i tuoi capelli infuocati e ricordo i pomeriggi piovosi passati insieme sotto quella quercia, ormai abbattuta.
    Vado ancora in quel parco dove ti ho conosciuta. Eri con tua sorella che continuava a chiamarti per andare a pranzare a casa; nascosto dietro a un cespuglio di rose, vedevo la tua bellezza, la tua semplicità, la gioia che sprizzava dai tuoi occhi luminosi come fari: loro mi aiutavano a ritrovare la terra su cui poggiare i piedi, mi rassicuravi: il tuo volto per me era sicurezza.
    Colpisti subito il mio cuore triste e solo.
    Ancora nascosto a vederti, tu mi trovasti, mi guardasti, mi sorridesti ed io, vergognoso e impaurito, ricambiai.
    Ciao! La tua voce mi parlò. Attesa, decidendo poi di rispondere.
    Ciao...
    Perchè mi spii?
    Non ti spio.
    Bugiardo.
    Non lo sono...
    Sono Lily.
    Tese la sua mano candida, la pelle liscia e lucida, contro la mia giallastra e malandata. Paura.
    Severus Gliela strinsi, il cuore a mille.
    Hai un nome curioso
    Mia madre me l'ha dato
    Abiti qui vicino?
    Qualche isolato da qui, a Spinner's End, vicino al fiume.
    Io lo sapevo dove abitava lei, sapevo tutto di quella ladra del mio cuore.
    Io appena esco dal parco, all'angolo a destra.
    Lily!! Allora vieni??
    Quella Babbana di sua sorella la chiamava disturbando il mio momento con lei.
    Lily sbuffò.
    Arrivo! Devo andare a pranzo... ti rivedrò? chiese.
    Certo, sono sempre qui
    ...A spiarmi

    Non risposi a parole, ma mi limitai a fare un ghigno vedendola alzarsi.
    Ci vediamo domani, questo pomeriggio non posso uscire
    Annuii.
    Mi fece un cenno con la mano, a mo' di saluto; non ricambiai e continuai a guardarla, ad ammirarla, mentre si avviava verso la sorella, per andare a casa.
    Io restai dietro quel cespuglio, ma dovetti tornare ben presto a casa, o me ne sarei penito, a causa dei miei.
    Passai la giornata a pensare a lei, solo a lei. A quella mia coetanea undicenne che avrei rivisto il giorno dopo.
    Disteso sul letto della mia camera spenta e semivuota, sull'orribile coperta marrone che sono riusciti a regalarmi i miei genitori, forse l'unica cosa e ancora oggi la odio più che mai.
    Mi rifiutai di mangiare, quella sera: non avevo fame. Volevo solo che il tempo volasse per arrivare al giorno dopo, per incontrare il suo sguardo contro il mio solitario di chi cresce troppo in poco tempo, di chi vive sempre da solo ed emarginato.
    Di chi crede che nn ha nulla da perdere, se non quella che ama.
    Disteso su quel letto di quella mia camera spenta e semivuota, su quell'orribile coperta marrone, mi addormentai.

    Il mattino dopo mi svegliai presto, all'alba scesi lungo la riva del fiume puzzolente, verdastro e melmoso sotto casa mia.
    Non avevo nulla da fare, la mente era vuota, ma si intravedeva una luce rossa in cui si distingueva una luce lossa in cui si distinguevano due occhi verdi: la mia stella Lily.
    Osservai per un po', forse ore, la corrente che andava verso la sua meta; alzai gli occhi e vidi il Sole ormai alzato sulo manto azzurro che ricopriva la Gran Bretagna, e un leggero vento soffiò da Nord. Lì mi aspettava Hogwarts: la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Avevo scoperto da qualche anno che ero un mago e, osservando Lily, avevo dedotto che anche lei era una Strega; gliene avrei parlato perchè credevo che lei non lo sapesse.
    Mancava poco all'incontro con lei. Le avrei parlato di nuovo, e così decisi di avviarmi per il parco, non salutai nè mia madre nè mio padre perchè non gliene importava molto di me: a mia madre importava solo che ero un mago e che ne andassi fiero; a mio padre non piaceva la magia, e questo diceva tutto.
    Mi appoggiai a un albero vicino a quelle odiose altalene che cigolavano e producevano un rumore assordante, irritante che ti facevano venir voglia di lanciare una maledizione.
    Essendo fine agosto, faceva un caldo terribile, e non vedevo l'ora che l'inverno venisse, che il primo settembre arrivasse per andare finalmente a scuola con la ragazza.
    L'erba del parco era secca; c'era siccità e nelle ore calde non si vedeva anima viva; solo i bambini volevano uscire da casa per divertirsi al parco con i compagni di gioco, lasciando i fenitori a casa a vedere la tv, quello stupido aggeggio babbano che ti permetteva di vedere semplici immagini. Una scatola, in fin dei conti!
    Perso nei miei pensieri mi ridestai.
    Ecco la vidi, camminando leggera sul brecciolino.
    Sentii il cuore cominciare a battere più forte delle altre volte: questa vole le avrei parlato e non mi sarei limitato solo ad ammirarla.
    Misi le mani in tasca e mi staccai dall'albero.
    I miei occhi incollati ai suoi, non riuscivano a vedere altro.
    Vicini.
    Ciao!
    Ciao Lily.
    Non vidi la sorella. Tua sorella non c'è?
    No. Doveva finire i compiti delle vacanza. Io invece, quest'anno, devo iniziare una nuova scuola.
    Ti hanno già mandato la lettera?
    Mi uscì senza che me ne accorgessi. Avevo sbagliato, ma prima o poi doveva saperlo.
    Che lettera? domandò.
    Buttai tutto fuori. Da Hogwarts. Ti è mai capitato di fare qualcosa contro la tua volontà?
    La vidi riflettere, avevo ragione. Lo sapeva anche lei, ma probabilmente non me lo voleva dire.
    Un po' incerta rispose.
    Si... anche tu sei... un Mago?
    Annuii con il capo, un po' mi sentii superiore, ma quella sensazione subito dopo se ne andò, perchè non ero superiore a lei.
    Mia madre è una Strega dissi.
    Io... credo di non avere parenti stretti così... E' il tuo primo anno lì?
    Sì. Manca un mese.
    Già... In verità... mia sorella è triste...
    Perchè?
    Ma la risposta già la sapevo: era gelosa, invidiosa come tutti i Babbani parenti di noi Maghi.
    Perchè io vado lì e lei no...
    E allora? Mica è colpa tua se tu sei così.
    Sì, ma è sempre mia sorella. Mi fai vedere qualcosa?
    Rimasi un po' sorpreso. Non me l'aspettavo.
    Scossi la testa.
    Ci vuole la bacchetta. La compreremo a Diagon Alley
    Dove??
    Diagon Alley
    risposi. E' un posto dove si comprano tutti articoli magici
    Rimase incuriosita, semplicemente splendida anche con il dubbio.
    Aprì il palmo della mano e fece apparire una piccola sfera luminosa.
    So fare solo questo di mia volontà mormorò desolata.
    Sbattei le palpebre.
    Non fa niente. A scuola imparerai altre cose. Gli incantesimi veri e propri si imparano con la bacchetta spiegai. Speravo di essere ammesso nei Serpeverde con lei, la mia unica paura.
    Passarono i minuti, poi le ore e ci divertimmo a compiere piccole magie e a raccontare le nostre storie.
    Per la prima volta, ero sicuro di aver trovato una vera mica, un'amicizia solida; era solo il secondo giorno che parlavo con lei e non mi ero mai sentito così felice. Dimenticai tutto; dimenticavo tutto quando stavo con lei, perchè la rividi anche il giorno dopo e il giorno dopo ancora.
    Eravamo amici, trovavo fiducia e affetto in lei, e niente poteva cambiarlo.
    Dimenticavo le litigate dei miei genitori e le lacrime che uscivano dai miei occhi neri quando sentivo mio padre urlare.
    Volevo stare solo con lei.
    I giorni passarono, e il 1° Settembre era sempre più vicino.
    Due giorni prima la partenza per HOgwarts, andammo insieme a Diagon Alley, accompagnati dai suoi genitori e dalla sorella che frignava: Lily era a mille, ma io camminavo tranquillamente, continuando a guardarla, in disparte, quando si soffermava davanti a ogni vetrina.
    Un ghigno apparì sul mio volto quando passammo da Ollivander's. Il miglior produttore di bacchette era dietro il bancone e attendeva clienti.

    Provammo varie baccchette; la felicità sprizzava dai suoi smeraldi ed io desideravo ardentemente possederne una.
    Alla fine la bacchetta scelse il suo padrone e comprammo tutto ciò che era da comprare per la scuola e sul viaggio di ritorno parlammo di Hogwarts, seduti nei sedili posteriori dell'auto degli Evans, Lily ed io, seduti vicino.
    "Non vedo l'ora che viene dopodomani!" cominciò. Era felice e stupendamente meravigliosa quando provava quella sensazione.
    Io, vicino lo sportello destro, annuii con la testa.
    Fissavo fuori la strada che scorreva sotto di noi, gli occhi immobili sull'asfalto nero e rovente.
    Pensavo, ma non sapevo a cosa. Quel mese era stato il più felice di tutti da quando ero in vita.
    Risposi non guardandola.
    "Anche io..." Le mie parole si dispersero nell'aria, vagarono nell'aria, fino a perdersi per sempre.
    Volevo andarmene subito da lì, da Londra, dai miei genitori e restare sempre con Lily, il mio giglio, a parlare fino alla nausea, non mi sarei mai stancato.
    Mi riaccompagnarono a casa.
    "Ci vediamo tra due giorni" disse lei.
    "Naturalmente. Grazie" dissi io, ringraziando i genitori.
    Mia madre mi aspettava in cucina: stava preparando il pranzo, mentre mio padre era seduto in poltrona a fumare la pipa. Meno parlava, meglio era.
    GUardai la scena un po' incerto, non salutai e andai in camera.
    Il giorno seguente passò lento, pesante.
    Occupai il tempo a preparare il baule, mettendoci dentro tutto il necessario per la scuola.
    Lily ed io ci rivedemmo il giorno dopo ancora, e il primo giorno di Settembre finalmente arrivò.
    Era tutto pronto davanti al mio letto. Il baule con tutti i miei vestiti, i miei libri, le mie fiale per le pozioni, il calderone, le piume d'oca per scrivere e le pergamente giallastre.
    In penombra ero disteso sul letto, già vestito, a fissare il soffitto bianco sporco, con qualche macchia di muffa.
    Odorava di chiuso, ma ormai, dopo undici anni, ci ero abituato.
    I raggi solari illuminavano solo una parte del pavimento e da lì la luce si diffondeva quasi rimbalzando.
    Alle undici il treno sarebbe partito dalla stazione londinese di King's Cross.
    Fuori dalla mia stranza sentivo i rumori dei miei: mia madre che preparava la colazione, e mio padre che vedeva la televisione in salotto.
    Che famiglia di merda...
    Mi alzai dal letto e aprii le finestre per far cambiare aria; aprii la porta e lentamente, trascinando i piedi e gli occhi fissi su di essi, oltrepassai la soglia della mia camera da letto ed entrai in salotto.
    Mi sedetti a tavola, appoggiando la testa sulle mani e chiusi gli occhi.
    Poco dopo arrivò mia madre per portarmi la colazione e lì arrivò anche mio padre per mangiare.
    Goffamente si sedette sulla sedia a capotavola e cominciò a mangiare schifosamente.
    Odiavo tutto di lui.
    Anche quando mangiava come un maiale; docilmente la moglie si unì a noi e, a differenza del marito, iniziò a mangiare delicatamente ma in fretta.
    Io finii prima di tutti; presi il piatto e la misi nel lavandino in cucina e ritornai in salotto, questa volta sedendo sul divano grigio, accanto al camino.
    "A che ora partiamo?" chiesi.
    La risposta arrivò subito, da parte di mia madre, perchè lui non sarebbe venuto, essendo "molto" amante della magia e non gliene fregava assolutamente nulla se suo figlio, il suo unico figlio!, se ne andava per nove mesi.
    Mi vesto e partiamo disse alzandosi da tavola, sparecchiando.
    Tornai in camera e con un colpo di bacchetta, alzai il baule per trasportarlo all'ingresso. Con un tonfo lo sistemai vicino lo sgabuzzino.
    Mia madre era pronta e già indossava il giacchetto, trasportò il baule in macchina, salutò il marito e uscìì dalla porta principale, ordinandomi di seguirla.
    Ci sedemmo entrambi nei sedili anteriori e partimmo per la stazione.
    Arrivammo ni orario, alle 10.30, e mia madre mi disse che per arrivare davanti al treno, dovevamo passare attraverso una barriera situata tra il binario 9 e 10.
    La guardai un po' incuriosito, ma davanti la colonna dei binari, mi prese per mano e si spinse contro il muro, spingendo anche il carrello con i bagagli.
    Chiusi gli occhi e sentii aria calda come vapore, invadere ilmio volto.
    Apriii gli occhi e mi accorsi che ero in una banchina, dove c'era una marea di gente che si precipitava dentro i tanti vagoni di un treno a bapore color rosso scarlatto su cui vi era stampato su una targhetta, posta davanti, il nome del treno "Espresso per Hogwarts".

    L'adrenalina invase il mio corpo e gli occhi brillavano pieni d'eccitazione.
    Mia madre sempre seria, con lo sguardo suo solito cupo e acido.
    Porta il baule al controllore ordinò.
    Ubbii, mi metteva sempre suggezione.
    Era un signore sui sessant'anni, il controllore, con i capelli brizzolati e i baffoni da tricheco; aveva la pelle chiara, ma in quel momento si stava trasformando in un leggero color rubino, tendente al porpora, con goccioloni di sudore che lentamente scivolavano sul viso ciccione.
    Lo guardai disgustato e gli lasciai il baule.
    Ritornando da mia madre, vidi Lily con i genitori e la sorella che frignava.
    Ghignai e le andai incontro.

    Ciao, Sev!
    Sorrisi malizioso.
    Il treno sta per partire. Andiamo? dissi, lanciando un'occchiata alla sorella e ai genitori.
    Lei annuii e salutò la famiglia.
    Dai non piangere, Tunia!... Chiederò a Silente se può cambiare idea per te disse, appoggiando una mano sulla sorella, che però la fulminò con gli occhi.
    L'hai letta? La lettera, l'hai letta?!
    Io...
    E' stato con lui vero?
    esclamò alterandosi, senza degnarmi di uno sguardo, ma non mi importava. L'hai letta con quel Piton, vero?? Siete entrati in camera mia!
    Grandi lacrime uscivano dagli smeraldi di Lily, che mormorante chiese Scusa...
    Secondo me era inutile, ma eravamo entrati davvero nella camera della sorella.
    Le presi il polso e la trascinai via sul treno. Quella scenata era patetica.
    Entrammo in uno scompartimento quando il treno si era già messo in moto. Lily piangeva in silenzio e io ero in pieno imbarazzo, stranamente...
    Lo scompartimento non era vuoto: c'erano altri quattro ragazzi con noi: un quattrocchi con i capelli nero pece, un ragazzo piuttosto bello con i capelli mossi e lunghi, uno silenzioso con gli occhi socchiusi e la faccia trasandata e l'ultimo un bambino che per la verità assomigliava molto a un topo con gli occhi grandi e acquosi.
    Cominciai a guardare fuori e sentivo lo sguardo dell'occhialuto fisso su di me.
    Mi dispiace per Tunia. Non dovevamo farlo mormorò Lily d'un tratto, poggiando la sua chioma di fuoco sulla mia spalla ossuta.
    Feci una smorfia, senza farmi vedere da lei.
    Non è colpa sua se non è come noi. Vedrai che ci divertiremo. Le passai una mano tra i capelli, togliendole una ciocca dagli occhi umidi.
    Speriamo che tu sia una serpeverde continuai, rinfrancato.
    Mia madre mi aveva detto tutto sulle Quattro Case: Serpeverde di Salazar, Corvonero di Priscilla, Tassorosso di Tosca e Grifondoro di Godric. Da sempre la prima e l'ultima Casata non andavano d'accordo.
    Serpeverde? domandò uno dei ragazzi nello scompartimento, quello quattrocchi.... quello che avrei odiato fino alla sua morte...
    Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola e tu? aggiunse chiedendo a quello con i capelli mossi che rispose triste: Tutta la mia famiglia è Serpeverde...
    Oh cavolo! commentò l'altro. E dire che mi sembravi a posto!
    Forse andrò contro la tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?
    L'occhialuto alzò una spada invisibile.
    Grifondoro... culla dei coraggiosi di cuore! Come mio padre.
    Feci un verso sprezzante e l’occhialuto si girò verso di me.
    Qualcosa non va?
    No
    risposi io Se preferisci i muscoli al cervello
    E tu dove speri di finire visto che non hai nessuno dei due? Intervenne l’altro.
    Potter scoppiò in una risata fragorosa. Lily si raddrizzò nel sedile, nervosa, e guardò prima Potter, poi Black, disgustata.
    Andiamo, Severus, cerchiamo un altro scompartimento.
    Ooooooh…

    Quei due imbecilli imitarono la voce altezzosa della ragazza.
    Ci si vede, Mocciosus! Gridò qualcuno quando la porta dello scompartimento si chiuse alle mie spalle.
    Sbuffai scocciato e anche Lily sembrava irritata.
    Deficienti… sussurrò. Vieni qui, questo è libero.
    Entrammo in un altro scompartimento e parlammo del più e del meno per tutto il viaggio fino a Hogwarts.
    I ragazzi del primo anno, come sempre, vennero condotti nel Castello attraverso le barche incantate e ad accoglierci, fu la mia collega Minerva McGranitt.
    Entrammo velocemente nella Sala Grande e ci fu la Cerimonia dello Smistamento.
    Né io né Lily parlammo; io desideravo ardentemente stare con Lily, fossi dovuto finire anche in quegli sfigati dei Tassorosso, basta che ero con lei…
    Ascoltammo il Cappello Parlante fare la sua solita canzone e subito dopo l’applauso generale, la vicepreside cominciò a chiamare gli studenti appena arrivati.
    Evans Lily! La McGranitt chiamò la ragazza che timidamente avanzò fino alla professoressa e si sedette sullo sgabello accanto a lei.
    Si udì subito Grifondoro!
    E la ragazzina schizzò al tavolo della Casata, guardandomi con una nota di tristezza.
    Lì i miei sogni svanirono, lasciando nell’aria una polverina sottile che raccontava la storia di semplici incontri tra noi due durante le lezioni condivise, nelle piccole pause tra una lezione e un’altra, a pranzo e nel finesettimana, quando le discipline erano chiuse.
    Osservai con invidia e disprezzo quel Quattrocchi che le porgeva la mano facendomi vomitare…
    “Piton Severus!” Il mio turno arrivò e i miei sogni svanirono ancora di più… Ad accogliermi al tavolo del Serpeverde c’era Lucius Malfoy, lì da già cinque anni, e Prefetto.
    La Cerimonia dello Smistamento finì e il Preside invitò i suoi studenti a prendere parte al banchetto di inizio anno.
    Tutto era meraviglioso, il cibo, le bevande e quel soffitto incantato sopra di noi che ho sempre amato. Meno meravigliosa era la distanza tra Lily e me, io che già mi ero innamorato. A undici anni, il mio dolce fiore.
    La guardavo sorridente al suo tavolo, al suo posto, in mezzo a quei quattro schifosi, Black e Potter che facevano i cascamorti già da mocciosi.
    Continuai a mangiare, mentre Lily ed io ci scambiavamo intime occhiate complici.
    Ci incontrammo nel Salone d'Ingresso quando il Banchetto finì.
    Io maledettamente impacciato, lei così bella e incantevole.
    Quei quattro imbecilli alle sue costole.
    "Dobbiamo dividerci, allora, Sev?" mi chiese visibilmente dispiaciuta.
    Io annuii e le presi la mano.
    "Ci vediamo domani" la tranquillizzai.
    La guardai negli occhi e, lasciandole la mano accarezzandogliela dolcemente, seguii Lucius che accompagnava gli studenti del Primo Anno, mentre anche Lily seguiva il suo fino al settimo piano.
    Nei Sotterranei era più umido del previsto, e la puzza di chiuso e bagnato era insopportabile, ma non appena entrato nella Sala Comune, l'aria diventò più accogliente e calda.
    Il fuoco scoppiettava placido sotto la luce verde del Lago Nero sopra di noi, facendoci assaporare fin da subito l'aria della nostra sala di ritrovo.
    I due Prefetti ci fecero fare un piccolo giro della stanza, mostrandoci i corridoi per i dormitori femminili e quelli maschili, la bacheca degli avvisi e tutto il resto.
    Quando ebbero finito, mi accorsi che avevo i piedi a pezzi e non aspettavo altro che andarmene sopra il letto a dormire e sognare un po'.
    Quando ci congedarono, sgattaiolai immediatamente al Dormitorio Maschile del Primo Anno e sprofondai in un sogno meraviglioso fatto di capelli rossi e occhi verdi.

    Edited by {spooka} - 31/8/2012, 13:50
     
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    I giorni seguenti passarono nelle mani di lezioni pallose. Solo quelle di Pozioni erano divertenti. Il professor Lumacorno sapeva il fatto suo per insegnare, e io aiutavo Lily facendo crepare di gelosia Potter.
    In quei pochi giorni del caldo Settembre rimasto, il Sole ci permetteva di incontrarci il pomeriggio, dopo aver fatto i compiti.
    Io l'aspettavo impaziente sulla spiaggia di sassi del Lago Nero dove anche altri ragazzi ci imitavano.
    Arrivò, quel giorno più splendente che mai, i suoi capelli rossi facevano invidia a tutti.
    Sapevo che sarebbe stato un pomeriggio meraviglioso, come sempre con lei.
    "Ciao Lily"
    "Ciao Sev, come stai?
    Mi salutò con un bacio sulla guancia. Io arrossii.
    Ci sdraiammo, raccontandoci ogni cosa, tutto ciò che ci era successo quel giorno. Io per lo più ascoltavo. Mi perdevo nelle sue parole, che canto divino.
    Parlavo poco, le mie giornate erano più noiose delle sue che erano piene di avventure invece.
    Passammo molti pomeriggio così, fino a quando il Sole ce lo concesse. A Ottobre moriva troppo presto e diventava subito buio su Hogwarts.
    Ci rintanavamo perciò nella Sala Grande o lungo i corridoi, raccontandoci sempre tutto.
    Io continuavo ad aiutarla a Pozioni, lei aiutava me dove poteva.
    Nel frattempo la guerra tra me e Potter continuava.

    Edited by {spooka} - 31/8/2012, 13:51
     
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